Quanto pubblichiamo è da intendersi ufficioso poichè al momento (ore 21.45) nulla ci è ancora stato comunicato direttamente dagli Uffici regionali, nonostante sia stato prodotto un comunicato nel tardo pomeriggio che ci vede destinatari e che ormai circola sui canali social da un paio d’ore.
Gli Uffici regionali hanno fornito una integrazione ai chiarimenti inerenti le attività consentite pubblicate dal Ministero dell’Interno e dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri.
La caccia si può considerare come “stato di necessità” (al fine di limitare i danni alle colture e mitigare il potenziale pericolo per la pubblica incolumità) e pertanto il suo svolgimento al di fuori del Comune di residenza/abitazione è consentito in tutto il territorio dell’Ambito Territoriale di Caccia o del Comprensorio Alpino di residenza venatoria (ATC o CA in cui si è ritirato il tesserino venatorio).
L’attività venatoria, secondo questa concezione, per chi la esercita fuori dal proprio Comune, viene però limitata alle seguenti specie: cinghiale, capriolo, cervo, cornacchia nera, cornacchia grigia, gazza, volpe e minilepre. Ovviamente il cacciatore che esercita l’attività venatoria all’interno del proprio Comune può cacciare anche le altre specie ancora cacciabili o per le quali è autorizzato al prelievo (es. camoscio).
La caccia deve essere esercitata nel rigoroso rispetto delle misure di prevenzione Covid 19 (mantenimento della distanza di sicurezza e uso della mascherina).
Aggiornamento: la comunicazione ufficiale da parte degli uffici regionali è pervenuta via email in data 10.12 alle ore 12.16.